GGiuseppe Cardo era un medico a Roseto Valfortore, in Italia. Fu anche a capo della Guardia Nazionale Rosetana. Nel 1883 guidò il secondo gruppo di emigrati da Roseto verso il Nord America. Sponsorizzò anche alcuni membri di quel gruppo prestando denaro per il viaggio a coloro che non avevano i mezzi per pagarsi il viaggio verso l'America.

Giuseppe Cardo nacque intorno al 1815. Dai documenti di nascita dei figli risulta che lui e la moglie Anna Maria Suamoreto (o Summonti) ebbero almeno 3 figli: Giulia, 1848, Romeo, 1854 e Sofia, 1856 tutti nati a Roseto Valfortore, Foggia, Italia.

A partire dal 1848 iniziarono una serie di rivolte contro i Borboni al potere che avrebbero portato infine all'unificazione d'Italia nel 1871. Secondo un resoconto scritto nel 1971 dallo storico di Roseto Valfortore A. Facchiano, il dottor Cardo era apparentemente considerato un grande patriota italiano per le sue azioni a sostegno della rivolta del 1848. Deve aver giocato un ruolo importante in questa prima battaglia per l'indipendenza italiana, anche se non vengono forniti dettagli specifici.

Nel 1860 il clima politico incerto e la mancanza di ordine permisero che banditi e criminalità diventassero un problema serio nella zona. Nel novembre del 1860 arrivarono a Roseto 150 ribelli garabaldiani che si sperava mettessero fine al banditismo e ristabilissero l'ordine. Commisero invece diversi delitti contro il popolo tra cui saccheggi e pretese al Comune di un prestito di 5035 ducati. Arrivarono al punto di giustiziare sei uomini fedeli ai Borboni ormai deposti.

I Garabaldiani abbandonarono presto Roseto Valfotore, continuando la loro lotta per l'indipendenza, e toccò alla Guardia Nazionale Rosetana ristabilire l'ordine. Sotto la guida del dottor Cardo hanno avuto successo e il loro coraggio è valso gli elogi del sindaco di Roseto Michele Sabetti

L’unificazione italiana fece ben poco per migliorare la povertà diffusa prevalente a Roseto e in gran parte dell’Italia meridionale. Questo, più di ogni altra cosa, porta ad un'ondata di emigrazione che inizia con 11 uomini che lasciano Roseto per l'America nel gennaio del 1882. Nel marzo del 1883 un secondo gruppo più numeroso si prepara a lasciare Roseto e il dottor Cardo accetta generosamente di sponsorizzare un certo numero di bisognosi. contadini del gruppo che avevano la volontà ma non le risorse per intraprendere il viaggio.

Nel suo libro "La famiglia Policelli di Roseto", Martha Policelli Livingston scrive: "Nel... 1883 a Roseto, in Italia, un ricco medico, Giuseppe Cardo, sponsorizzò il secondo gruppo che arrivò in America. Erano Nicola Rosato; Lorenzo Pacifico; Angelo Maria Castellucci; Domenico Stefano Ruggiero; Nicola Menicola; Nicola Falcone, figlio del defunto Filippantonio; Nicola Cacciacarro, figlio di Stefano; Nicolangelo D'Uva e Lorenzo D'Uva. (Questo resoconto fu scritto sulla "Stella di Roseto", il 18 settembre 1931, dal Dr. Giancomo Cascioli). Lasciarono Napoli nel marzo del 1883, sul piroscafo Britannia della Anchor Lines e arrivarono a New York il 7 aprile. (Nota: dovrebbe essere il 23 aprile). Furono assunti da una compagnia ferroviaria e a maggio furono inviati a Indian Springs, vicino a Peterboro. Dopo soli sei mesi, il gruppo si sciolse e si disperse. Alcuni di loro si unirono al gruppo nel Bangor." Da notare che uno del gruppo è Nicola Menecola, fratello maggiore del mio bisnonno Donato Menecola. Non viene fatta menzione di suo padre, il mio bisnonno Filippo, che era elencato nel manifesto della nave. Forse sono stati menzionati solo quelli sponsorizzati dal Dott. Cardo e gli altri sono riusciti a coprire le proprie spese.

Piroscafo Britannia della Anchor Lines.

Un'altra fonte riporta quanto segue: "...Giusseppe Cardo, un ricco medico settantenne... dichiarò scherzosamente che il viaggio (in America) lo avrebbe ringiovanito. Il Dr. Cardo salpò per l'America nel 1883 con un gruppo di quindici contadini bisognosi a cui prestò il denaro per il viaggio. Il Dr. Cardo trovò loro un impiego come braccianti ad Amsterdam, New York. Dopo due mesi lì, e altri sei trascorsi lavorando sulla ferrovia a Indian Springs, vicino a Peterborough, Ontario, arrivò l'inverno, i loro lavori terminarono e il gruppo si sciolse. Non riuscirono a ripagare il Dr. Cardo, che tornò in Italia sentendosi abbandonato e amareggiato."

Particolare del registro di porto del Britannia in arrivo da Napoli, il 23 aprile 1883. Nota: evidenziato in viola il dottor Cardo con altri passeggeri provenienti da Roseto Valfotore.

Secondo lo storico di Roseto Valfortore A. Facchiano "Altre 25-30 persone partono nel marzo 1883 guidate dal dottor Giuseppe Cardo, il patriota del 1848, che poi tornò a Roseto per l'onta arrecatagli da questi paesani". Si noti che la traduzione potrebbe non essere perfetta, ma ciò conferma che il dottor Cardo tornò a Roseto poco dopo aver compiuto il viaggio in America.

Ulteriori ricerche dimostrano che in realtà ci sono 47 uomini di Roseto Valfortore elencati nel manifesto passeggeri della Britannia in arrivo a New York il 23 aprile 1883. Giuseppe Cardo è uno di quelli elencati, con la professione "Med" e l'età indicata come 68. Molti dei cognomi sono ben noti sia a Roseto, in Italia, che a Roseto, in Pennsylvania: D'Uva, Finelli, Menecola, Scrocca, Falcone, Ruggiero, Pacifico, Castelluccio, Cascioli, Sabatino, LaPenna, Capobianco, ecc. Nove, quindici o forse più furono sponsorizzati dal Dr. Cardo, che poi tornò in Italia, probabilmente alla fine del 1883 o nel 1884. Oltre a quel momento non è stata trovata ulteriore documentazione sul Dr. Cardo nei registri di Roseto Valfortore. È possibile che fosse originario di un'altra zona d'Italia e che abbia lasciato Roseto dopo il ritorno dall'America. È stato sicuramente una figura importante nella storia di Roseto, in Italia, e di Roseto, in Pennsylvania, e merita di essere ricordato.

Manifesto della nave – SS Britannia – arrivato a New York City, il 23 aprile 1883 da Napoli. I nomi dei passeggeri di Roseto Valfortore sono evidenziati. (Clicca per ingrandire) Elenco testuale dei passeggeri di Roseto Valfortore di seguito. Nota: è possibile che alcuni passeggeri siano stati erroneamente indicati come provenienti da Roseto.

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